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Tutto iniziò 40 anni fa o giù di lì

“Portavo allora un eskimo innocente…”

Le prime esperienze sono iniziate alla fine degli anni ’70 a Milano. All’epoca frequentavo amici che alla fiera di Sinigaglia ogni sabato esponevano e vendevano le loro creazioni: borse, portafogli, cinture e i più disparati accessori. Tutti oggetti fabbricati a mano con tanta creatività, cose che in quegli anni erano molto di moda negli ambienti freak. C’erano molti giovani, bravissimi nelle loro lavorazioni, che vendevano i loro manufatti su dei tappeti (da qui il nome tappetari). Iniziai ad appassionarmi e la forte curiosità mi spinse a creare qualcosa di mio. 

Incontri, amicizie, esperienze, i primi passi

“Viaggiatore, non c’è sentiero, il sentiero si fa mentre cammini…”

Con Caterina la compagna di allora, con i nostri amici Basilio (il nostro maestro d’arte), Alessandro ed Elisa, tra modelli, forbici, taglierini, colori, stampini e rivetti iniziai a lavorare alla mia prima borsa.

La ricordo e la possiedo ancora: il modello chiamato Patty  (borsa postina, katana). Era quello più venduto, la classica borsa da hippie, pratica e capiente. Si colorava a tampone, in tinta unita, con sfumature oppure semplicemente al naturale. Al massimo si metteva la pelle ad “abbronzare” al sole per darle un aspetto più vissuto.

Continuando in questa nuova avventura col tempo avevo acquisito più sicurezza e fantasia nelle lavorazioni. Con gli stampini facevo rosoni centrali, cornici o disegni col pirografo, all’epoca solo un semplice saldatore. Di solito facevo il disegno delle sigarette Camel: il cammello e il paesaggio orientale mi ispiravano e piacevano molto!

L’importanza di una materia prima di qualità.

“Per la stessa ragione del viaggio viaggiare…”

Ovviamente le materie prime per le lavorazioni non erano a portata di mano. La pelle e le varie attrezzature si acquistavano in Toscana. Il paese della conceria era S. Croce sull’Arno dove spesso ci recavamo in auto per le nostre forniture. 

Dai ricordi di viaggio di Caterina: “un giorno io ed Elisa, non avendo mezzi per arrivare alla nostra meta, optavamo per l’autostop. Spesso si faceva per raggiungere posti di vacanze, città d’arte, posti di lavoro, ma farlo con un rotolone di cuoio a seguito, da S. Croce sull’Arno a Milano, non è stato facile. A pensarci… non deve essere stato facile neppure per quelli che, incuriositi, si sono fermati e ci hanno offerto un passaggio. Cose d’altri tempi!”

Il ritorno alle origini, ricordi e storie, l’evoluzione della creatività

“In direzione ostinata e contraria…”

Tornato a San Martino Valle Caudina (AV), paesello d’origine, continuavo le lavorazioni insieme ai nostri amici. Eravamo una bella comitiva di cinque, sei persone, producendo un buon numero di creazioni. Partivamo per mercatini e fiere tutti insieme. La nostra esperienza da “tappetari” fu piacevole e soddisfacente, anche dal punto di vista economico. Non ci siamo arricchiti, ma abbiamo girato l’Italia in lungo e in largo. Partecipavamo spesso alle fiere che si tenevano a Milano e improvvisavamo vendite in ogni luogo che ritenevamo opportuno. La fiera più importante e grande era la fiera di Sant’Ambrogio (detta anche “fiera degli Obei Obei”)

Ricordo che una volta abbiamo venduto tutto il primo giorno, e alla sera in un bilocale al quinto piano di un condominio abbiamo dovuto fare altre borse, cinture, per tornare in fiera il giorno successivo. Potete immaginare i rumori assordanti che facevamo in piena notte. Cose che oggi chiamerebbero l’esercito per smuoverci!

Nel ’78 abbiamo aperto un negozio-laboratorio, si chiamava “Trapper”. Oltre a lavorare pelle e cuoio, vendevamo anche abbigliamento per giovani. Era un negozio innovativo per un piccolo paese e funzionava abbastanza bene. Nel retro ci ritrovavamo tutti insieme e su un bancone di legno, utilizzato da mio padre sarto, tra una chiacchiera e una canzone, si facevano ancora borse, cinture ed altro. Bella esperienza!  Non è durata molto, eravamo molto giovani e la vita ci ha portato su strade diverse.

Nuovi scenari, nuovi obiettivi, stessa passione

“Naufragar m’è dolce in questo mar…”

Negli anni ‘80 continuavo i miei viaggi senza fine con Basilio. Quando c’era da lavorare ci fermavamo da qualche parte e iniziavamo a tagliare, bucare, colorare, disegnare, cucire e appena il nostro negozio on the road era completo di nuovo via via via, si ricominciava a girare. Ogni tanto si faceva qualche viaggio da soli e, in uno di questi, ho conosciuto un grande amico Alberto (ora nel campo del design e dell’editoria sportiva https://www.ceciartcomunicazione.com/ ). Eravamo a Biancanigi (PV), paesino dell’oltre Po Pavese. Per mesi abbiamo vissuto tra vendemmia e “baratto”: soldi non ne giravano tanti e così io con i miei prodotti in cuoio e lui con un giochino fatto con fili di rame riuscimmo ad entrare nelle simpatie di alcuni bottegai che prendevano i nostri articoli e in cambio fornivano alimenti e tutto ciò che ci serviva per vivere.  L’ultima (forse…) grande e bella esperienza…

Stabilità e famiglia, il ritorno alla passione di sempre

“Niente di troppo bello e niente di troppo brutto dura troppo a lungo…”

…tranne essere nomadi, girare, girare, girare. 

Gli anni ’90 rappresentano uno spartiacque. Si diventa “grandi” e si fanno le cose da “grandi”: lavoro stabile, famiglia, figli, grandi soddisfazioni. 

Si sa il cuore è uno zingaro

Un paio di anni fa, supportato dalla mia famiglia sono ritornato tra cuoio toscano spalle conciate al vegetale, punteruoli, taglierine, fustelle tagliastrisce, rivetti, fibbie, e con la testa ritorni ad essere NOMADE. NOMADE perché tale si è rimasti. NOMADE perché nella vita non si smette mai di scoprire. NOMADE perché quando smetti di sognare, inizi un po’ a morire. NOMADE perché non c’è creatività migliore di quella che è generata dal tuo cuore.

E GRAZIE a chi in un modo o nell’altro ha contribuito a questo progetto

Dedico questo sito, questa nuova esperienza, al mio grande amico fraterno Basilio che purtroppo ha intrapreso un viaggio di quelli che si devono fare per forza da soli… ciao guaglio’

Ringrazio Luigino Pisaniello con il suo Nucleo Creativo (https://www.nucleocreativo.com/) per la realizzazione del sito e Antonio per la cura dei profili social.(LAVORI IN CORSO) 

Infine, ma non per importanza, ringrazio mia moglie, i miei figli, la mia famiglia che mi hanno accompagnato e supportato nel riprendere la passione di una vita, spronandomi e stimolandomi a fare sempre meglio. 

C L A U D I O

Aspettando Antonio … lavori in corso.